Segni e Sintomi della parodontite
Il primo segno che deve subito metterci in allarme è il sanguinamento delle gengive sia durante lo spazzolamento dei denti e sia durante la masticazione di cibi duri. Il sanguinamento potrebbe indicare sia un’infiammazione a sola localizzazione gengivale (gengivite) sia un’infiammazione delle strutture più profonde (parodontite).
Compare anche un rigonfiamento delle gengive con dolore sia in masticazione che durante la pulizia quotidiana, ma anche in questo caso il danno potrebbe essere solo gengivale e quindi recuperabile con il ripristino di una corretta igiene orale oppure essere un segno di danno più profondo e quindi irreversibile parodontale.
In pazienti affetti da gengivite o da parodontiti si ha anche l’insorgenza di alitosi persistente.
La distruzione dei tessuti parodontali profondi (parodontite avanzata) comporta un progressivo allungamento dei denti causato dal riassorbimento dell’osso che circonda il dente con conseguente retrazione della gengiva.
Diagnosi della parodontite
Per poter fare diagnosi di parodontite è necessario eseguire un esame clinico detto sondaggio parodontale, con il quale l’operatore valuta attentamente la presenza o meno di tasche parodontali attorno al dente, la loro profondità e di conseguenza l’entità della perdita di supporto dei denti, la presenza di sanguinamento e lo stato delle biforcazioni dei molari che vengono anch’esse interessate dal danno parodontale.
A questa indagine deve essere accompagnata la visione di esami radiografici endorali per poter bene studiare la morfologia dell’osso residuo sottostante.
Cura della parodontite
Ottenuta la diagnosi di parodontite si procederà alla rimozione degli agenti etiologici responsabili della malattia con motivazione del paziente a una corretta igiene domiciliare e con sedute di detartrasi sia sopra che sotto la gengiva.
Possiamo operare con tecnica chiusa o a cielo coperto, utilizzando il classico ablatore ad ultrasuoni per il tartaro sopragengivale, associato all’uso di particolari strumenti manuali taglienti, detti curette, che, inseriti nella tasca parodontale rimuovono il tartaro sottogengivale per raschiamento.
In base alla gravità della malattia parodontale e alla situazione locale si può optare per una tecnica aperta o a cielo scoperto con incisione e scollamento delle gengive, a cui segue rimozione diretta, sempre con ablatore e curette, dei depositi di tartaro sottogengiva, del cemento necrotico e del tessuto di granulazione. Si otterrà a questo punto la formazione di un nuovo attacco epiteliale attorno alla radice dei denti.
Dopo un periodo di attesa di circa tre mesi, durante il quale il paziente dovrà seguire norme di igiene domiciliari accurate, si rivaluterà la situazione e se necessario si procederà alla correzione mirata chirurgica di alcune situazioni non risolte. A questo seguirà un controllo periodico costante dal proprio dentista che effettuerà sedute di detartrasi, se necessarie, al fine di evitare recidive di malattia parodontale.
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